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Camera dei Deputati — 140 — Senato della Repubblica


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bato all’ombra dello scudo che gli viene assicurato dalla doppia cintura protettiva garantita dalla copertura massonica e dalla motivata disattenzione dei Servizi segreti nei suoi confronti.

Questa situazione si evolve in ogni senso verso la metà degli anni settanta, quando non solo il Gelli sale alla ribalta delle cronache e finisce per essere sottratto definitivamente all’anonimato del quale ha goduto finora, ma alcuni apparati informativi non collegati ai Servizi segreti come la Guardia di Finanza e l’Ispettorato contro il terrorismo, nonché i giudici di varie procure (Vigna, Pappalardo, Occorsio) iniziano ad occuparsi del Gelli e della sua Loggia. Nel 1975 viene verosimilmente redatto, come vedremo, il piano di rinascita democratica che, dal punto di vista operativo piuttosto che da quello ideologico, registra una radicale conversione di rotta, delineando una strategia affatto diversa di occupazione articolata del sistema. Intervengono, poco dopo la sua redazione, le ristrutturazioni della loggia che, attraverso l’operazione di sospensione pilotata dal Gamberini, consentono una definitiva copertura dell’organizzazione che nel contempo è oramai stabilmente entrata sotto la sfera di controllo assoluto del Gelli, al quale il Gran Maestro, definitivo perdente dello scontro, non può che limitarsi a consegnare le tessere di affiliazione in bianco. Di esse, ed in gran numero, il Gelli sembra avere bisogno perché, secondo quanto il piano richiede, questa è la fase del proselitismo massiccio che segna il salto di qualità tra la vecchia Loggia P2 (sia pure ampliata e rivitalizzata) e la nuova struttura di impronta marcatamente gelliana che allinea quell’impressionante schieramento di nomi qualificati che è dato riscontrare negli elenchi di Castiglion Fibocchi.

Nell’ambito di questo nuovo impulso organizzativo diminuisce l’interesse del Gelli per i militari visti come categoria, come denuncia la mirata politica di reclutamento verso il settore che privilegia la qualità sulla quantità degli affiliati in divisa, cha vengono presi di mira soprattutto nei massimi vertici.

Per converso questa fase è contrassegnata dal rilievo che assumono le attività di tipo finanziamo e dal peso che in questo mutato contesto rivestono figure come quelle di Umberto Ortolani e di Roberto Calvi, stabilmente schierati, verso la metà degli anni settanta, sotto l'insegna del Venerabile aretino: per concludere, è un periodo questo che vede il declino, nella Loggia P2, dei generali, ai quali subentrano come elemento portante gli uomini di finanza. È questa infatti la fase che vede espandersi!’intreccio di combinazioni affaristiche, che ruotano attorno alla figura di Roberto Calvi e prosperano all’ombra dello stretto sodalizio che lega il Presidente del Banco Ambrosiano alle due figure più eminenti della Loggia P2: Licio Gelli ed Umberto Ortolani. Ma soprattutto è questa la fase che vede l’ingresso del gruppo Rizzoli nella Loggia P2, con la conseguente acquisizione alla sua diretta azione di influenza e di indirizzo del Corriere della Sera. La fase di sviluppo di questi eventi infine cade proprio mentre la vita politica nazionale, dopo le elezioni del 1976, registra quei risultati elettorali e quei cambiamenti di linea politica che condurranno alla politica di solidarietà nazionale.