Pagina:Relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia P2.pdf/76

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Camera dei Deputati — 68 — Senato della Repubblica


ix legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti



nista, ma anche di altri partiti, mentre difetta in modo esemplare di informazioni e notizie precise. Nulla si dice infatti di concreto sulla massoneria, per la quale ci si riporta ad informazioni tanto più puntuali quanto più lontano nel tempo è il periodo al quale sono riferite; ma soprattutto notiamo che esso è del tutto carente di notizie concernenti Licio Gelli e la Loggia massonica P2.

Non meno singolare uno degli ultimi prodotti della gestione del generale Santovito agli atti nel fascicolo del SISMI; la data della declassificazione è quella del 3 aprile 1981 ed il documento va letto attentamente ponendolo in relazione a quello appena illustrato, poiché assai istruttivo è il combinato disposto dei due testi, che ci mostra un indubbio tentativo di continuità nella linea tenuta dai Servizi di informazione, pur di fronte al precipitare degli eventi.

In questo secondo documento, che può essere compreso nel suo valore reale solo ponendo attenzione alla circostanza che esso viene redatto dopo il sequestro di Castiglion Fibocchi, è dato leggere che dopo i trascorsi contatti con la resistenza, «richiede molta attenzione!’ipotesi che il Gelli sia stato posto "a dormire" (e non in senso massonico), abbia assunto una nuova veste, sia stato favorito per penetrare i più delicati ambienti politici, economici, industriali, militari, della magistratura, del giornalismo e professionali». Sempre sul Gelli il Servizio afferma che «solo l’esplosione del caso poteva richiamare l’attenzione su un personaggio liberatosi da oltre un trentennio da un passato ambiguo e trasformatosi, da abile attore, in un manager di interesse per le questioni economiche e politiche del Paese». Queste conclusioni vengono dal Servizio ricondotte all’esame dei documenti in possesso, e da noi analizzati sinora, ed in particolare dall’esame dell’informativa COMINFORM e dai trascorsi legami del Gelli con il partito comunista, in ragione dei quali «sembra possibile ritenere verosimile quanto sostenuto in rapporti dell’epoca, e cioè che il Gelli aveva avuto salva la vita in cambio di future prestazioni per le quali fu sottoposto successivamente a verifiche».

Tutto quanto sinora detto si riporta all’assunto che «i documenti citati hanno esclusivo valore informativo e non di prove».

Ma ai nostri occhi ciò che veramente ha valore di prova è che il Servizio per la prima volta denuncia l’esistenza dell’informativa COMINFORM e delle notizie in essa contenute, elementi questi sinora accuratamente celati e dei quali ci si era ben guardati dal fare menzione nei rapporti precedenti, quale che fosse l’autorità richiedente. L’informativa consente così al Servizio di non escludere «che il Gelli possa essere divenuto un agente dell’Est nell’immediato dopoguerra in cambio della salvezza, sia stato successivamente «congelato» secondo la metodologia più classica propria dei Servizi segreti, sia stato fatto gradualmente penetrare in settori sensibili e tenuto alla mano per lo sfruttamento delle occasioni più propizie». Sono tutte queste notizie e valutazioni certo verosimili, ma alla base delle quali sta il difetto di origine di venire formulate solo dopo il sequestro di Castiglion Fibocchi, in un documento che letto in parallelo a quello precedentemente analizzato denuncia la sua inequivocabile natura di uscita di sicurezza da una situazione