Pagina:Ricciarelli - Su e giù sulla piazza di Pescia, Cipriani, Pescia, 1913.djvu/14

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ciulline, fate bene fratelli, che stanno attaccate alle mode per mostrare il nudo degli stinchi imbottiti e chi troppa cicciaccia.

— Signor Farmacista una Siringa.

Mignatta servetta, servilo tu quell’avventore.... (proprio mignatta).

Ah! se i barattoli delle Farmacie portassero scritto in fronte o avessero il dono della favella come Canente, che per essere troppo ciarliera gli Dei la convertirono in voce, ci sarebbe da sapere tutte le bugie contenute in quel vasellame.

E la colpa di chi è? Non dei Farmacisti, ma sibbene di chi desidera di essere canzonati dalla scienza medica.

Se un dottore vi dice: Bevete troppo vino! LT ha fatta pulita! È lo stesso che dare una pedata a tutte le prescrizioni mediche (asino di dottore). Notizia che fa il giro del paese e così la nostra abilità resta assottigliata e quel povero dottore si riduce (per aver detta la verità) alla miseria stecchita.

— Signor Giulio, una canna da serviziali... e un piffero per chiamare le pecore a raccolta!

Mi avete rotto i c.....!

Negozio Niccolai

— Signora Caterina!

Oh! guarda chi vedo, il Professor Ricciarelli.

— Siamo qua per salutarla ed offrirle questo mazzolino di fiori.

Com’è gentile il Signore! Son primizie di sua figlia Sara e della servetta Maria?