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Pagina:Ricciarelli - Su e giù sulla piazza di Pescia, Cipriani, Pescia, 1913.djvu/25

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Ce l'ho, ma è molto stantia, si figuri, è del 27 Aprile del 1859. Coincide colla scappata del granduca Leopoldo II. (Re di Toscana). Capirà, siamo agli sgoccioli.

— Tenti se può raccapezzarle da qualche codino.

E allora un filetto?

— Non la posso servire ; se desidera una dama, (?) la scelga fra queste carcasse di vecchie.

— O cosino, la lingua al posto, o facciamo la comune di Parigi.

Musi di befane!

— Bellino lui!

Alla cappelleria del fu Luigi Malfatti

« Chi desiderasse fare acquisto di un cappello levati, bisogna rivolgersi dagli eredi Malfatti a fare lo stacco di un Borsalino, ma ci vogliono dieci belle lirone. Detta somma non tutti l'hanno lì coccuta. Dice un saggio proverbio. Chi meno spende meno gode. E ancora io pagai il noviziato : ebbi il cattivo genio di comprare un cappello da pochi piccioli che mi durò quanto la stoppa a Lucca.

— Cosa significa quella stoppa a Lucca?

— Nelle funzioni religiose che si sogliono fare nel tempio di San Martino di detta città, vi è inclusa f usanza di bruciare la stoppa ; concessione di un Papa di maniche larghe in un quarto d’ ora di buon umore. Lo spettacolo consiste : viene avvolta della stoppa a una graticola di metallo e a un certo punto delle funzioni religiose s’ incendia quella stoppa, fa un falò, sta a rappresentare la brevità della nostra vita. Ma per gustare il colpo di scena. fa bisogno di stare molto