Pagina:Ricciarelli - Su e giù sulla piazza di Pescia, Cipriani, Pescia, 1913.djvu/51

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Mazzino, tutto ciò che è moderno, per costoro è un pruno in un occhio!

— 0 signore moderno, troppa grazia sant’Antonio.

— Chetati brontolone!

Palazzo Pretorio

Nel basamento di detta reggia vi figura una bella collezione di stemmi, alcuni dei quali, di bellissima forma e stile del 1400 e ’500, ed è un vero peccato lasciarli così deperire.

— Senta signore, come se il tempo ne fosse il guardiano del casino, dovendo rispettare quelle armi che appartennero a una costa di tirannelli del paese, che presi tutti insieme, erano una massa di canaglia. La giustizia l’amministravano secondo i loro capricci, se poi si trattava di libertà, di patriottismo; boia e galera. C’è da figurarsi la prima avvisaglia dei nati del 1821, coi processi dei carbonari e le condanne all’ergastolo! e su su per ordine di data 1831 colla condanna a morte di Ciro Menotti. Il 1848 spuntò un’aurora, un po’ torbiccia, ma ci si vede chiaro, il 1859 fu giuoco fatto.

Ritornando a parlare di quelle persone per bene, quella mussatura che si davano della loro autorità, si gonfiavano come il tacchino quando fa la ruota. C’è da figurarselo l’albagia al collocamento di quella grancassa scordata dello stemma loro alle pareti di quel Palazzo Pretorio. Banda, luminara, discorsi colla bocca e col cuore, indovinala grillo. Insomma tutto il paese incandescente! Poveri piccini! Come a noi oggi ci fanno compassione. Ma chi ricorda mai più, le loro vampate di vanità. Forse il viandante alzando