Pagina:Ricordanze (Rapisardi).djvu/55

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      25Vede intanto da l’erta
L’accesa fenestrella
De la capanna misera e deserta,
E pe ’l noto vïale allunga il passo;
Ode il murmure incerto e la faccenda
30De la sua famigliola,
E sente al petto lasso
Un secreto piacer che lo consola.

      Così verso un’ignota iri di pace
Tende l’umana vita,
35Che sulla terra squallida e fugace
Fíore non porta aprile
Dì salde foglie e di profumo eterno.
Pari a larva sottile
Di sogno mattutino
40Fugge il piacer di nostra istabil sorte,
E perpetua ne incombe ala di verno;