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88 un’escursione nei quartieri poveri di londra.

stesso letto, due faccia di banditi che ci gettavano delle occhiate feroci, borbottando e bestemmiando d’essere risvegliati dai french dogs, e mandando a tutti i diavoli la nostra impertinente curiosità. Montiamo al piano superiore, dove continua a regnare la più completa oscurità. Al rumore che noi facciamo, risponde un grugnito prolungato di due dormienti dalla faccia pochissimo rassicurante. Al secondo piano però l’uscio della stanza è chiuso, ed i policemen battono, gridano, declinano i loro nomi e qualità per farsi aprire; ma i locatari spaventati, temendo una sorpresa, rifiutansi di aprire. Noi restammo un momento sospesi gli uni sopra gli altri, vero grappolo umano, alla sbarra della scala. Io chiudeva la marcia e non ci vedeva lume; mi sembrava sempre di sentire uno dei due dormienti del pianerottolo sul quale mi trovavo, venirmi dietro e darmi una terribile tartassata per avere turbato sì mal a proposito il sonno dei galantuomini. Alla fine la porta della camera al secondo piano si apre, e di fronte all’assedio in piena regola della polizia, le persone che abitano questa camera acconsentono a darci accesso. I constabili tirano fuori tutti in una volta le loro lanterne e le rivolgono verso il letto per rischiararlo meglio. Noi, eccitati da non so quale curiosità inquieta, facciamo tutti insieme irruzione in questa povera soffitta. Quale miseria. Dio buono!... è mai possibile che vi siano creature abbandonate a tal punto!... Mancano i vetri alle finestre, dalle quali pende in guisa di tenda un sucido sciallo di tartano, che certamente coprì già molte spalle e fu appeso a molte finestre, sciallo di giorno e tenda di notte. Sul letto una cattiva coperta, un povero pagliericcio e tre ragazze che un momento prima dormivano abbracciate fra loro; tre ragazze sui sedici anni, pallide, e già affralite dalla miseria e dalla fame!... Come deve essere spaventoso l’inverno per queste infelici, e quando viene la stagione dei ghiacci, come possono esse resistere al freddo della notte ed a tutte le intemperie? Povere ragazze, che forse ebbero sempre fame dacchè sono al mondo! Io osservava le loro