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Si arriva a Nettunno per una buonissima strada la quale passa davanti alla villa, e corre in un bosco di sugheri e di elci, dove s’incontrano parecchi avanzi di mura romane. Scavando sotto la strada, si scoprono antichi pavimenti di mosaico, quasi fossero prodotti naturali del suolo. Se non che è più bella ancora la strada sulla spiaggia stessa. Le sabbie vi sono o gialle oscure, o di un bel colore rosso, o di tufo vulcanico. I cardi turchini del mare Baltico vi crescono in abbondanza, come pure le scabiose e le camomille, ma invece dei prati, degli ontani, dei boschi di abeti, conviene rappresentarsi le piante dei paesi meridionali, e misti a fiori bianchi il lentisco, le fragole selvatiche, il ginestro a fiori color d’oro che cresce copioso su tutte le coste del Mediterraneo, l’olibo selvatico. Splendono pittoricamente le malve arboree, coi loro calici bianchi, i rovi coi loro fiori variopinti che sorgono dai cespugli, o che ondeggiano al vento penzoloni dai banchi di tufo, e grandioso poi s’innalza fra le piante minori il classico acanto colle sue belle foglie corinzie, ed i suoi fiori tinti in rosa od in bianco. Sorgono pure qua e là i cactus e gli aloe, però meschini, quasi piante esotiche, alle quali non sia proprizio il suolo. L’usignuolo allieta tuttora di sua presenza questa spiaggia. Ad onta sia trascorso il S. Giovanni, epoca in cui gli uccelli vi cessano dal cantare, e cedono il posto al grillo Anacreontico, l’usignuolo non può allontanarsi da questo oceano di verzura, da queste fresche onde, e lungo la Costa tutta, fino ad Astura, le paludi pontine continuano a risuonare dei suoi gorgheggi armoniosi.

Una tranquillità profonda regna nella antica città, in gran parte scomparsa, di Nettunno, e nei suoi dintorni. Il paese attuale trovasi circondato da antiche torri, e da mura merlate di colore bruno, le quali sostennero più di una volta gli assalti dei Saraceni. Nè marinai nè pescatori danno vita al mare in questo punto, imperocchè Nettunno non ha porto; i Nettunnesi traggono la loro sussistenza dalla coltura della vite, degli orti, e dalla pastorizia.