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ivi giorni lieti e sereni. Le rose vi fioriscono tutto l’anno, l’aria vi è temperata e balsamica, ed alla imboccatura della valle verso Portoferraio, si scorge il golfo ed il mare.

La villa appartiene attualmente al principe Demidoff. Questo Creso russo intende costrurvi un museo, dedicato a Napoleone. Deve riuscire stupendo, con portici marmorei ed ampie sale, sulle cui pareti dovranno essere dipinte a fresco le gesta più illustri dell’imperatore. Napoleone stesso, il quale aveva piantati gli agrumi intorno al terrazzo della casa di campagna, si era contentato di far dipingere in istile egiziaco la sala da pranzo. Si scorge che i ricordi d’Egitto erano quelli che preferiva; gli rammentavano l’epopea eroica della sua giovinezza. In oggi il principe Demidoff ha raccolto quante maggiori reliquie potè radunare di Napoleone, della storia imperiale, ed è sua intenzione allogarle nelle sale di S. Martino. Non vi potrà portare però una reliquia vivente della quale fu possessore, ma che pare non abbia saputo conservare, e sarebbe stata questa la principessa Matilde Bonaparte sua consorte, figliuola dell’ex re Gerolamo, reliquia desso pure di Westfalia.

Gli operai che lavoravano attorno alla villa mi dissero essere intenzione del Principe Demidoff, non sì tosto il museo sarà all’ordine, far partire ogni venerdì un piroscafo a sue spese da Livorno, per portare le persone ad ammirare la raccolta da esso formata. Finora però l’ingresso era vietato ad ognuno, come rilevavasi da apposito avviso, e per tal modo non mi fu dato neanco di potere visitare l’interno della piccola e modesta villa.

Nel far ritorno a Portoferraio mi fu di compenso uno stupendo lume di luna, che a tante cose suole dar pregio. Le rovine, i ricordi di ogni natura guadagnano al chiarore della luna cotanto favorevole alla riflessione; la magia di una luce dubbia, si confà meravigliosamente con tutto il passato.

È possibile amare Napoleone? Fra un migliaio di anni saravvi taluno che nei siti consacrati dai ricordi di sua