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Sed perge in tenebris radiorum querere lucem
Nonnisi ab obscura, sidera nocte micant.

Al disotto sta scritto D. O. M. ordinis S. Benedicti occidentalium Monacorum Patriarchæ cunabula.

Si vive quivi involontariamente quasi in un’atmosfera di medio evo, alla quale così mirabilmente corrisponde il senso mistico di quei versi. Ed in verità io mi credetti trasportato in pieno in quei tempi meravigliosi; allorquando uscendo da quella galleria, entrai nella prima piccola chiesa, e mi trovai tutto ad un tratto in un tempio della migliore architettura gotica, tutto istoriato dal tetto alle pareti, con numerose pitture a fresco, qua e là annerite dal tempo. I monaci invisibili nel coro, stavano recitando i vespri; stupende voci di bassi risuonavano sotto le vôlte della chiesa immersa quasi nell’oscurità; e nelle pause, e negli intervalli del loro canto, si udiva il gracchiare dei corvi, imperocchè tre di questi animali sono mantenuti di continuo nel cortile del monastero, a ricordo di S. Benedetto, e pare che il numero di questi, simboli viventi dell’ordine, non debba mai essere oltrepassato.

Sarebbe malagevole il dare una descrizione del monastero, il quale è pregevole per le sue pitture. Le piccole chiese, e cappelle sono molte, e formano un vero labirinto, imperocchè si dovettero adattare agli accidenti della rupe. Sono in parte costruite nelle caverne stesse, di cui si scorgono in molti punti tuttora le costruzioni granitiche, in parte addossate alle pareti della rupe, salendosi dall’una all’altra per mezzo di scala, in modo che pare trovarsi in meravigliose catacombe adorne di pitture, ed illuminate dai cerei che ardono davanti agli altari. Le pitture sono innumerevoli, potendosi dire che ne sono per intiero ricoperte le mura di tutti quegli edifici. Si riferiscono per la maggior parte alla vita, ai miracoli di S. Benedetto, alla storia del monastero; ovvero rappresentano fatti della vita di altri santi, ed allegorie di argomenti religiosi. La storia del monachismo, ebbe nella vita di S. Benedetto la