Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/317

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questi. Agli innamorati non è permesso che il così detto discorso, vale a dire il colloquio a segni dalla finestra, ovvero dalla porta di casa, antica usanza lenes sub noctem susurri di Orazio. Talora si fanno serenate colla chitarra, e spesse volte mi accadde di udire durante la notte canti villerecci, ovverro le note malinconiche della cornamusa. Il popolo, qui canta stupendamente ritornelli di natura semplice, ed era un vero piacere udire talvolta nelle vigne le domande e le risposte degl’innamorati, che si alternavano nel cantare instancabili, al pari delle cicale nella state.

I matrimoni sono sommamente precoci; spesso un giovane di ventun anno sposa una ragazza la quale ne ha quindici appena. Una relazione geniale protratta, il far all’amore come dicono, è proprio più delle classi inferiori, che delle persone agiate, per le quali il più delle volte il matrimonio non è che un semplice affare, una speculazione. Ne posso addurre un esempio del quale fui testimonio. Un giovane abate di ventun anno, figliuolo di un proprietario benestante di Genazzano, venne in pensiero di rinunciare alla carriera ecclesiastica, di ritornare allo stato secolare. Un bel giorno venne un frate francescano di Civitella (che qui i frati si mescolano invariabilmente in tutti gli affari delle famiglie) e disse alla madre del giovane, che nel paese di Pisciano trovavasi una ragazza di circa diciotto anni, la quali aveva un migliaio di scudi di dote, era di buona famiglia, e cercava marito; che se la cosa le sorrideva, poteva pure farne parola al figliuolo. Il giovane abate non se lo fece dire due volte, ed il giorno seguente; tuttora in abito clericale montava a cavallo, e se ne trottava verso Pisciano, per vedere la ragazza e fidanzarsi seco lei. Tornato a casa dopo data la sua parola, venne chiamato il sarto per ridurre a forma secolare gli abiti clericali; la sorella dall’ex reverendo cucì in tutta fretta un paio di calzoni di color grigio per il giorno del matrimonio, e mancando tuttora il panciottino, la madre mandò in tutta segretezza da me, pregandomi volerne