Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/41

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stavano grandi cumuli di minerale che aspettava di essere caricato nelle barche.

Cercammo del direttore delle miniere. Desso era un Tedesco, la qual cosa mi fece doppiamente piacere. Fra tutti i popoli il solo tedesco è il vero minatore; desso solo sa inoltrarsi con intelligenza nelle viscere della terra, e spiare il senso dei più intimi penetrali della natura. Desso scava avidamente finchè abbia trovata la buona vena, e dimentico di sè stesso, non si da più pensiero della voluttà dell’aria libera, della bellezza della primavera. Talora dorme nella miniera al pari di un Epimenide, o come l’imperatore Barbarossa nel Kiffhäuser, quel vecchio minatore tedesco colla corona d’oro e la lunga barba cresciuta traverso al tavolo, o come il Tannhauser nel monte di Venere.

Ora ci venne incontro il signor Ulrich, un vero e franco Tedesco di buona lega; anche la sua stretta di mano era ferrea; il suo parlare tronco e positivo, la sua voce vibrata. Ci offerì l’ospitalità di cuore quali a concittadini; ci condusse sui lavori e ce ne spiegò la natura, e le condizioni. Havvi poco tempo che stanno sotto la sua direzione le miniere dell’Elba, che una compagnia toscana coltiva per proprio conto. Le trovò desso in pessima condizione, ma in pochi mesi seppe migliorarle per modo, che fin d’ora si può con sicurezza far assegno sopra un prodotto annuo di trentacinque mille tonnellate, mentre dapprima non ne avevano mai date più di ventidue mille. Si estraggono centoventi mille libbre di minerale al giorno, ma nella state i lavori languono, perchè l’agricoltura chiama a sè gli operai che per la massima parte sono paesani di Rio. Nell’inverno per contro si lavora molto attivamente.

Queste miniere sono coltivate da tempi remotissimi, senza che mai il minerale abbia minacciato venir meno; un monte di circa cinquecento piedi di altezza è tutto ferro. Nelle vicinanze sono ancora altre miniere quelle di Ferranera, di Rio Albano, e la Calamita un vero monte di magnete. Queste miniere erano coltivate fin dai tempi degli Etruschi, i quali ne recavano il materiale a Popu-