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coronati di alloro. Vespasiano dopo avere raccolto i loro applausi, pose fine ai loro evviva accennando facessero silenzio. I soldati tacquero. Allora Vespasiano sorse, si velò il capo e pronunciò un ringraziamento. Tito ne fece altrettanto. Dopo Vespasiano diresse alcune poche parole all’assemblea, quindi lasciò i soldati perchè prendessero parte ad un banchetto, che secondo l’uso era loro stato preparato dagl’imperatori. Vespasiano tornò indietro verso la porta detta del trionfo, perchè serviva appunto in queste congiunture. Ivi i due imperatori presero una refezione, vestirono gli abiti trionfali, offerino un sacrificio nel tempio eretto presso la porta, dopo di che ebbe luogo la marcia trionfale; la quale passò per il teatro affine meglio la potesse il popolo godere.»

L’imperatore Augusto aveva eretto in onore di Ottavia sua sorella quel magnifico portico con due ordini di colonne. Ne rimane tuttora una parte adossata al mercato dei pesci finitimo al Ghetto, e fra mezzo alle rovine sorge la chiesa di S. Angelo in Pescaria, la quale ha dessa pure in certo modo relazione cogli Ebrei, i quali sono costretti ad ascoltarvi in ogni settimana una predica, destinata a convertirli. Il Ghetto pertanto trovasi aderente a quel portico di Ottavia dove Vespasiano e Tito trionfarono degli Ebrei, ed i ruderi di quel portico, sepolti nelle immondizie, sono abitati oggidì dai discendenti di quegli Ebrei che furono prigionieri di guerra di Tito.

A motivo pertanto delle relazioni del popolo d’lsraello con i Romani i quali distrussero Gerusalemme, e dipersero gli Ebrei sulla faccia del globo, il Ghetto di Roma è la più meritevole di osservazione, fra tutte le comunità israelitiche d’Europa. Altre fra queste, quelle particolarmente di Spagna e di Portogallo nel medio evo, non che la sinagoga di Amsterdam, sorta di queste ultime, sono meritevoli di menzione per la loro istruzione scientifica e teologica; nessuna però è altrettanto antica, nè derivata immediatamente del pari degli abitatori di Gerusalemme, quanto la università israelitica di Roma. Basta l’aspetto

F. Gregorovius. Ricordi d’Italia. Vol. I. 4