Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/525

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rocchè qual altra città può vantarsi di un anfiteatro naturale così classicamente grandioso, del Vesuvio, di un bel golfo, delle spiaggia di Castellamare, di Sorrento, di isole di tanto magica bellezza! La ricchezza delle tinte, la grandiosità, l’ampiezza di questo tutto, non hanno uguali al mondo, tutto qui ha carattere l’immensità, l’opera dell’uomo al pari di quella della natura, tutto è immerso in un mare ricco della più splendida luce. Non si può afferrare da vicino con uno sguardo solo questo tutto, non si scorgono che particolari. Per potere vedere tutto in una volta, fa d’uopo collocarsi ad un punto di vista che restringe la prospettiva, salire sopra un’altura, ovvero inoltrarsi in mare, dove le forme delle città si perdono, e rimangono visibili soltanto quelle della natura.

Genova per contro, e Palermo si possono abbracciare entrambe con un sol colpo d’occhio, quasi in un quadro; quella disposta ad anfiteatro, cogli splendidi suoi palazzi, colle sue ville sui monti; questa stesa nella fertile valle, colle sue cupole, co’ suoi campanili, circondata da monti di aspetto severo, che si stendono ai due lati, dal monte Pellegrino al capo Zafferano, lasciando breve tratto di mare fra dessi. Formano entrambe come dissi un quadro bellissimo, ma che tutto si può vedere, ed apprezzare, con un solo sguardo. A Napoli per contro tutto è grande, sterminato, immerso poi in tanta luce, che l’occhio vi si perde, e non può contemplare che una cosa alla volta. Sia che si salga per avere un’idea del complesso di Napoli a Castel S. Elmo, ai Camaldoli, o sul Vesuvio, i quali sono i punti più adatti per contemplare quello stupendo panorama, dovunque Napoli si presenta quale ampia città, senza punti che fissino l’attenzione; dovunque prevalgono l’aspetto della campagna, la vista del mare. Quella quantità sterminata di case, le quali sorgono attorno al golfo, non presentano caratteri architettonici, non danno altra idea che di una immensa popolazione, la quale ha presa stanza in quell’amena contrada. Si direbbe che ivi agli uomini bastarono la località e la vista;