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stiana, per la grandezza della chiesa, ed anzi sotto gli Hohenstaufen durò a lungo la lotta fra Napoli ed il Papato. La tendenza al vivere lieto e piacevole, non ha potuto a meno di imprimere un carattere mondano alle cose di religione, e parmi se ne possa dedurre una prova manifesta nella più bella chiesa moderna di Napoli, quella di S. Francesco di Paola, edificata da Ferdinando I dopo la sua ristaurazione, in dipendenza d’un voto. Questa imitazione del Panteon di Roma, serve principalmente di decorazione alla piazza reale, e per persuadersi come poco pretenda alla serietà ed alla dignità di chiesa, basta dare uno sguardo al suo porticato, dove si stabilirono botteghe, e negozi, dove si vendono piani, e si suonano in tutta libertà per provarli.

Anche i palazzi che dopo le chiese sono gli edifici i più ragguardevoli in tutte le città d’Italia, sono a Napoli perduti nella folla delle case, e non sono per lo più che grandi moli di cattivo gusto, e quando potrebbero, se non altro per la loro imponenza, produrre un certo effetto, come l’orgoglioso palazzo Maddaloni, il quale ha aspetto di fortezza, non si possono guari vedere, imperocchè mancano di area libera, di spazio. Nulla poi si trova che ricordi il medio evo, tutto vi è moderno.

Nel considerare Napoli sotto l’aspetto architettonico, si finirà per trovare che le sole case degne di attenzione, di ricordo, sono le amene ville, ed i casini che sorgono sulla collina, l’arsenale, e gli edifici i quali circondano il porto, il palazzo reale, e sovratutto poi i tre grandi castelli. Da ogni parte campeggiano questi nel panorama della città. Domina tutto Napoli il castel S. Elmo, che sorge eminentemente pittorico sul Vomero; è di una bellezza magica, quando trovasi illuminato dalla luce alquanto indecisa dei crepuscoli. Sorgono poi nel golfo il Castello nuovo, e quello dell’Uovo; moli bizzarre di roccia di color bigio, di aspetto severo e minaccioso. Sono le briglie del cavallo focoso di Napoli.

Non mi fu permesso visitare l’interno del castello del-