Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/551

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gnia di giuocolieri, i quali invitavano il pubblico ad esaminare le loro prodezze. Non è possibile descrivere la varietà delle merci che venivano offerte con grandi grida nelle botteghe, nè il chiasso assordante della folla, la quale si precipitava in città, nè la varietà dei colori dei panni degli abiti, di numerose piccole bandiere, che quasi tutti portavano in mano.

Ero appena entrato in città, che mi colpì vista strana di cosa della quale non avevo ombra d’idea, e che mi fece dubitare di trovarmi piuttosto nelle Indie, od al Giappone, che in Italia, nella Campania. Vidi una specie di torre, alla sottile, tutta ornata di colore rosso, di dorature, di fregi d’argento, portato sulle spalle d’uomini. Era divisa in cinque ordini, a piani, a colonne, ornata di frontispizi, di archi, di cornici, di nicchie, di figure, coperta ai due lati di numerose bandiere. Le colonne erano rosse, lucide, le nicchie dorate all’interno, e guernite di stravaganti rabeschi; le figure rappresentavano genii, angeli, santi, guerreri, vestiti questi nelle foggia le più strane; erano collocate le une sopra le altre, e tenevano in mano corni, mazzi di fiori, ghirlande, e bandiere. Tutto si moveva, tremava, o svolazzava; e la torre stessa, portata da forse un trenta uomini robusti, oscillava dessa pure. Nel piano inferiore stavano sedute alcune ragazze, incoronate di fiori, in mezzo a musicanti i quali facevano un chiasso indescrivibile, con trombe, tamburri, triangoli.

La torre si avanzava lentamente nella strada, superando l’altezza delle case, sormontate in cima dalla statua di un santo, ed intanto da altre parti si udivano altre musiche, e si vedevano comparire qua e là più elevate dei tetti delle case, altre ed altre torri.

«Dio mio! dissi ad un uomo il quale mi stava vicino, che cosa significa tutto questo?» Mi risposse alcune parole in un dialetto inintelligibile, delle quali non potei afferrare altre, che quelle di guglie di S. Paolino. «Dovete sapere, disse allora un napoletano volgendosi a me, che queste torri, ed obelischi, sono dedicati al santo, im-