Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/696

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la scena che rappresenta: è questo un cippo di marmo bianco, sul quale trovasi raffigurata la favola Omerice del serpe e del nido di passero in Aulide, la quale diede a divedere a Calcante la durata della guerra di Troia.

Quanto però soddisfa maggiormente, si è la posizione e l’importanza di quel teatro. Desso rappresenta uno dei campi più splendidi dell’intelligenza, un centro della civiltà umana. Su questi gradini, quasi sepolti nell’erba, ora sedettero un tempo Platone, Eschilo, Aristippo, Pindaro; ivi nell’orchestra vennero collocati i prigionieri Ateniesi, ed ivi furono condannati; ivi parlò Timoleone, ed ivi sedette vecchio e cieco, prendendo parte ancora alla discussione degli affari pubblici. Tutta quanta la storia di Siracusa nei suoi tempi più floridi, si sviluppò quasi azione drammatica sulle scene di questo teatro, imperocchè in teatro tratta vansi allora gli affari di stato, e recitavansi i versi dei sommi poeti; ed in quale altra contrada avrebbero potuto alternarsi del pari la realtà e la poesia, che la Grecia? L’importanza nazionale del teatro trovavasi accrescuta ancora in Siracusa dalla località stessa dove questo sorgeva, vale a dire fra Neapoli, Tyche, Achradina, o non lontano neppure da Ortigia. Da quest’altura la vista si stendeva sul l’immmenza città e sul mare, che servivano di fondo alla scena. Quel colpo d’occhio è tuttora bello oggidì, ed il migliore che si possa godere a Siracusa, imperocchè di là si scorgono i due porti, il mare, la spiaggia fino ai monti d’Ibla; sull’ultimo piano la mole imponente dell’Etna, ed i contorni stupendi del mare Ionio, fino alla Rocca di Taormina. E quanto non doveva essere migliore la vista, allorquando lo sguardo cadeva sull’immensa città, su quella folla di tempi, di portici, di splendidi edificii, sulla selva di antenne nei porti la quale animava i Siracusani a compiare le gesta illustri della loro storia! Su queste scene era pure legittimo l’orgoglio patrio, e quale effetto non dovevano ivi produrre i Persiani di Eschilo, coi quali festeggiavano i Siracusani la vittoria d’Imera, o la trilogia del Prometeo?