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Anticamente si parlava con maggior energia, imperocchè il gesuita Stefano Menocchio nel suo libro stampato in Venezia nel 1662 asserisce che gli Ebrei puzzavano del corpo loro, e che perdevano quel cattivo odore dopo il battesimo. Narra con tutta ingenuità, che di già l’imperatore Marco Aurelio si era lagnato della puzza degli Ebrei; essere questo fatto incontestabile, e che pertanto gli Agareni si facessero battezzare per non puzzare come cani.
Leone XII, tuttochè poco propenso, come è notorio, verso gli Ebrei, accordò loro il diritto di acquistare case, purchè possedessero di già il diritto Gazzagà. Ampliò pure la periferia del Ghetto, includendovi la via Reginella ed una parte della Pescaria, in guisa che venne quello ad avere otto porte, le quali erano chiuse e guardate ogni notte. Durante la dominazione francese in Roma, come ben si può pensare, fu tolta la sequestrazione degli Ebrei nel Ghetto; ebbero facoltà di stabilirsi in qualsiasi parte della città, di esercitarvi ogni commercio. Se non che Pio VII nel 1814 ristabilì il Ghetto, e le cose tornarono sul piede antico, fino al Papa oggi regnante.
Torna ad onore di Pio IX più umano e più liberale de’ suoi predecessori, lo avere atterrato le mura del Ghetto, la qual cosa avvenne come mi accertarono gli Ebrei stessi, prima della rivoluzione di Roma, in guisa che il merito di questa disposizione vuolsi attribuire per intiero al Pontefice, e non fu una concessione fatta allo spirito dei tempi. Caddero le mura e le porte del Ghetto, ed in seguito, dipendentemente dei mutati principi di governo, fu fatta facoltà agli Ebrei di abitare dove più loro piacesse in Roma, e di esercitare liberamente ogni mestiere o negozio. Il Ghetto pertanto, ha cessato di esistere qual vincolo; ma dura tuttora quale quartiere, il più malinconico di Roma, sede della sporcizia e della miseria, ed è raro che un Ebreo si prevalga del diritto che gli compete di abitare altrove, imperocchè l’antico e radicato pregiudizio, a quanto mi si accertò, gli rende malagevole, se non addirittura impossibile quanto gli è dalla legge permesso.