Pagina:Rimatori siculo-toscani del Dugento.djvu/19

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i - meo abbracciavacca

che non sera diporto
45tant’adunato parte per natura,
fòr pietate: non dura
orgoglio in gentil cosa si finita,
ma l’umeltá fiata onne compita.
     Como risprende in iscura partuta
50cera di foco apprisa,
si m’ha’llumato vostra chiara spera.
Ché, prim’eo ’maginasse la veduta
de l’amorosa intisa,
non era quasi punto piú che fèra.
55Ora, ch’empera — mevi amore ’n core,
sento ed ho valore,
e ciò che vaglio tegno dall’altura,
complita in voi figura
d’angelica sembianza e di merzede,
60per cui la pena gioi’ lo meo cor crede.