Pagina:Rimatori siculo-toscani del Dugento.djvu/67

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i - bonagiunta orbicciani 57

ogn’altra beltà dispare;
chi più mente la tene,
più fatta par per arte,
20tuttora più bella pavé.
E lo suo risguardare — gaio e gente,
cui colpa, cuoce e sente
di si dolce ferita
che nde cresce gioia e vita;
25e più per lo parlare — suo piacente
’nnamora tutta gente;
cosi è ben partita
cli’a dir non seria finita.
Per lo piacer m’ha vinto,
30per lo parlar distretto,
per l’operare conquiso,
per la beltà m’ha cinto,
che ’l core da lo petto
pare che mi sia diviso,
35com ’albore succiso — con catene.
La sua vertute bene
vive in tale manera
ca, vivendo, par che péra.
Ma l’amoroso viso, — che mi tene
40in sospiri e in pene,
non credo che sofferà
che per lui morte mi fera.

VI

Ama la sua donna, della quale loda le virtù;
ma non ha coraggio di manifestarle il suo amore.

Gioia né ben non è senza conforto
né senza ralegranza,
né ralegranza sanza — fino amore:
rason è chi venir vòle a bon porto