Pagina:Rimatori siculo-toscani del Dugento.djvu/79

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i - bonagiunta orbicciani 69

II

Si lamenta della durezza della donna sua, che un tempo lo aveva fatto
sperar bene: ha fiducia però ch'ella un giorno muti pensiero.

Oi, amadori, intendete l’affanno
doglioso, che m’avene,
che mi convene — una donna servire
ed ubidire — sovente;
5però ch’io l’ho’n talento
e penaci la mente
e ’l cor ne sta in tormento;
e li tormenti e li gravosi dogli,
ch’io per suo amor patisco.
10Non mi faria Tom tanta guisa noia,
s’io da lei gioia — avesse
in vista od in sembiante;
ma mostrami duresse
quando le son davante.
15Davante che ’l meo core s’aprendesse
del suo dolze piagere,
mostravami di darmi intendimento.
Or m’ha messo ’n arsura,
si ch’io non ho possanza;
20di me non mette cura.
Vede se fa fallanza!
Ma non falla tanto
quella per cui canto,
ca s’io fosse santo,
25sanza il suo volire,
ch’io no lasasse
per ella non pecasse,
s’ella m’amasse
o mostrasse — piacire.