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XXXIII


cittadino; amato e venerato da tutti quelli ai quali non fanno pena e vergogna le virtù e gli studj, decorato dal Re con segno d’onore tanto più osservabile quanto più meritato dalla intemerata sua vita e dalla virtuosa modestia; ma poscia sventurato segno ai meritevoli e ai dabbene, perchè anche le grazie e le onoranze profuse diventano meretrici. Altri per avventura provvederà alla conservazione e pubblicazione degli studj di lui; che già consegnò al chiaro amico suo cav. Giuseppe Campi, Prefetto dell’archivio palatino di Modena, le varie lezioni della divina Comedia, e a me le canzoni del Bonichi: alcune delle quali furono in questo mezzo divulgate da altri. Ricordo con doloroso desiderio la cara conversazione con gravità e dignità di pensieri di quell’eccellente uomo