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Nell’istessa occasione.
MAD. LV.
Laura, che tanto amai,
Laura mia, ch’amo ancor rinchiusa stassi.
Tù Viator, che passi
Quì le più degne Dee veder potrai,
Che tutte insieme accolte
Piangono l’honorate ossa sepolte.
Sol la diva beltà mirar non puoi,
Che seco Laura mia la tolse à noi.
Nella medesima cagione.
Centone I. tutto de’ versi del Petrarca.
Due rose fresche, e colte in Paradiso,
Che dal Mondo m’havean tutto diviso
Dolcemente oblìando ogn’altra cura?
Qualhor veggio cangiata sua figura,
E ’l lampeggiar de l’angelico riso
Piovommi amare lagrime dal viso.
Ahi null’altro, che pianto al Mondo dura.
Quella, che fù mia Donna al Cielo è gita
Tal fù mia stella, e tal mia cruda sorte
Per far me stesso à me più grave salma.
A l’ultimo bisogno ò miser’Alma.
E l’aura mia vital da me partita;
Nè contra Morte spero altro, che Morte.
So- |