Pagina:Rime (Andreini).djvu/249

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Bellezza è di Natura un fragil dono;
Nè saggia è Donna, che si fida in lui;
Ond’io prudente in questo
Già non pregio beltade
Pregio ben castitade.
Selv.Ohime quanto se’ bella
Ben ti dicon le Fonti,
Nel cui mobile argento
Spesso ti specchi, e forse ti vagheggi.
Così t’havesse la Natura, e ’l Cielo
Fatta men bella; ò più cortese e pia;
Ma perch’estremo il mio tormento fosse
Ti fecero egualmente e bella, e cruda.
Dunque sotto severo,
E rigoroso ciglio
Vuoi sempre ritener gli avari sguardi?
Severitate, asprezza
Stian pure eternamente
Con la fredda, ed inutile vecchiezza,
Che l’ardente, ed allegra giovinezza
Da lo scherzo, dal gioco,
Dal riso, e dal piacer partir non deve.
Ama.Un bel volto è più bello
Se tien tanto de l’aspro, e del severo,
Ch’altrui minacci, e minacciando alletti;
Ma taci homai Selvaggio,
Poiche d’amor parlando
Perdi la voce, le parole, e ’l tempo.
Selv.Poic’hò perduta l’alma
Fia poco il perder anco
Le parole, la voce, il tempo, e l’opra.
Ma se schive d’amore


Qual