Pagina:Rime (Andreini).djvu/9

Da Wikisource.


All’Illust.mo & Rev.mo mio Sig.re e patron col.mo

IL SIG·CARD·S·GIORGIO CINTHIO ALDOBRANDINI.



E dovessero le persone private con egual cambio pareggiar i favori de’ Principi, dubbio non è, ch’essendo questa troppo faticosa, e disegual impresa alle forze loro, dovrebbono più tosto desiderar le grazie, che vedersi di quelle arricchite; non è però che s’habbiano da porre in oblìo, perche questa sarebbe espressa ingratitudine; e non si trova cosa, che da così fatto vizio ne difenda; ond’io, che oltre ogni mio merito sono stata da V.S. Illustrissima, e Reverendissima favorita non una volta, ma molte, e molte; comech’io sin da principio sgombrassi dalla mente ogni pensiero, ed ogni speranza di poter giamai agguagliar i suoi favori: tuttavia non ho mancato di pensar meco stessa, e d’ingegnarmi per trovar cosa, ond’almeno io potessi mostrarmene ricordevole; e son’andata hor questa, ed hor quella scegliendo, nè mai mi son’appigliata ad altra, che à questa delle mie Rime; nè meno havrei havu-


to