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Sonetto.
Tu m’ài sì piena di dolor la mente
che l’anima si briga di partire,
e li sospir che manda il cor dolente
4mostrano a li occhi che non pon soffrire.
Amor, che lo tuo grande valor sente,
dice: — mi duol che ti convien morire
per questa fera donna, che neente
8par che pietade di te voglia udire.
Io vo come colui ch’è fuor di vita,
che pare, a chi lo sguarda, c’omo sia
11fatto di rame o di pietra o di legno,
che sè conduca sol per maestria,
e porti ne lo core una ferita
14che sia, com’egli è morto, aperto segno.
Anche in questo Va Cap1 con piccole differenze. Al v. 11 si deve preferire la lezione di Cap1 all’evidente errore di Va: «fructo di rame».