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A IACOPO VITTORELLI1.


1800.


Risplende appena in Oriente, e un fianco
Del solingo mio letto il Sole indora,
Ch’io con le dita frettolose il sonno
Scaccio dagli occhi, e prendo in man la cetra.
E come è fama, che nel sacro Egitto
Di Mennone s’udisse il simulacro
Risonar, tosto che di Febo i primi
Purpurei raggi il percuoteano, anch’io,

  1. Abbiamo creduto opportuno d’inserire questa bellissima Epistola del rinomatissimo Signor Cavalier Ippolito Pindemonte, che trovasi impressa tra le sue Epistole in versi edite in Verona l’anno scorso in forma di 8. Anche questa ha qui luogo a dispetto della rigida modestia dell’Autore; e i sentimenti di quell’ingenuo letterato autenticheranno in modo speciale il merito del Vittorelli.