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Pagina:Rime di Argia Sbolenfi.djvu/130

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AL MIO DESTRIERO




ODE


Non la criniera lucida, poi che non la possiedi,
ma il ventre di majolica e i quattro eburnei piedi
                                   3concedimi, o corsier;
fammi inforcar la candida tua groppa e su gli arcioni
starò, superba amazzone, senz’armi e senza sproni
                                   6o ausilio di scudier,

chè tu, gentil quadrupede, non scalpiti con l’ugna
quando la groppa docile porgi a l’usata spugna
                                   9e a ’l salubre sapon,
ma su le zampe, immobile e mansueto, aspetti
d’acque lustrali il tepido lavacro e i larghi getti
                                   12de l’industre sifon.

Te cavalcando, visito tutto de’ sogni il regno,
ed un poledro rapido, non un caval di legno,
                                   15allor tu sei per me,
e ne ’l sognar mio bellico, un capitan mi sento:
le schiere mie galoppano con le bandiere a ’l vento
                                   18ne ’l conspetto del Re.