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argia sbolenfi | 97 |
Savoia! e i prodi, memori de la fortezza antica,
freno non dànno a l’impeto e già l’oste nimica
21le terga a noi voltò.
Che val se, a ’l campo reduce, scendo di sella esangue,
se da uno squarcio orribile veggo fuggirmi il sangue?...
24La palma a noi restò!
Le schiere avverse fuggono, ma tu fuggir non sai
e sovra al piè di mogano solennemente stai
27fermo, senza fiatar...
Ma i sogni, ahimè, svaniscono. Cessata è la battaglia,
L’ora de ’l pranzo è prossima; datemi la tovaglia
30chè mi voglio asciugar.
Sbolenfi - 9.