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rivista delle tradizioni popolari italiane 653

ciò che può avvenire fuori della cerchia dove vive, ha molti pensieri intorno al suo giogo, alla sua raccolta, all’annata, a suoi piccoli affari e anche un pochino sugli affari dei suoi vicini.

Ama assai il vino; poco importa che il suo pane sia d’orzo e che la carne manchi al suo desco; il vino però gli è indispensabile.


Tranne qualche casamento e le palazzine erette in questi ultimi anni, Nuoro, posta sull’orlo di valli fertilissime (sotto un bel cielo, con l’aria salubre e le acque magnifiche), valli irrigate dagli affluenti del Cedrino, è composta di casette basse, nude, mal costruite, brune, intersecate da cortili, loggie, orticelli e straduzze miserissime. Talune di queste case, dalle finestre e dalle porte strette, piccolissime, sono così piccine, basse, sorridenti del sorriso oscuro di una antichità senza principio, che fanno chiedere come mai intere famiglie di persone robuste e sane, spesso belle ed alte, vi possano nonchè vivere, ma stare in piedi. Eppure ci vivono, e si credono benestanti, perchè possiedono la loro casa.

Visti al chiaro di luna, i gruppi di queste casette brune coperte di muschio, con le cinte dei cortili e degli orticelli rovinati, paiono avanzi di un borgo medioevale distrutto e dimenticato; e non si può mai pensare che là dentro riposa un popolo intero, forte, appassionato, felice ed infelice, secondo lo stato della miseria più o meno avanzata.

O tristi inverni di Nuoro!

Ma, nel bel tempo, le donne si siedono fuori al sole, lavorando; gli uomini sono in campagna, e il fico d’India consola tante povere esistenze che vanno a letto senza lume.

Ma non andiamo oltre, chè saremmo obbligati a predicare un po’ di socialismo, e il socialismo deve emergere da sè come un riflesso, dal folk-lore.

La raccolta che oggi presentiamo è certamente incompleta.

Anzitutto, è il primo lavoro di un novello folk-lorista, a cui manca la cultura e l’erudizione necessaria per rendere più interessante questa specie di lavori.

E’ un volume fatto senza pretese, modestamente e alla buona, col solo intento d’invogliare altri a seguirlo ed a completare con lavori e ricerche dotte ciò che ora la sua penna giovane e inesperta non può fare.

Nuoro, luglio 1894.