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Il tempo ne ha potuto alterare le parole, ma il rito e la credenza restano sempre. Il più interessante è che la maggioranza dei Sardi, crede fermamente alla potenza dei verbos. E, mentre molti dicono che queste cerimonie son peccato mortale, i più credono invece che si tratti di riti quasi sacri.

La fede cristiana – che senza dubbio ha aggiunto ai verbos i segni di croce – li domina. Bisogna aver fede, dicono. E in fatti a chi non crede alla loro efficacia, benchè li sappia e li adoperi, non servono.

È una specie di potenza suggestiva per cui l’uomo, armandosi della più ferrea volontà, costringe la natura ad obbedirgli.

Uno che sappia i berbos è temuto e rispettato. Non può rivelarli a una persona maggiore d’età di lui, perchè allora perdono ogni valore.

Ci sono berbos di infinite qualità; quelli di cui sono riuscita ad aver precise notizie son questi.

Principalmente necessari sono i berbos per iscudere, cioè per distruggere i vermi dagli animali.

Esistono quelli per distruggere le cavallette, i bruchi1 degli erbaggi e degli alberi, le cimici, le formiche, gl’insetti, i bachi, i vermi roditori, e infine tutti gli animali nocivi alle piantagioni, alle granaglie, agli alberi, alle case ed agli animali utili.

Questi berbos hanno tale potenza che, se una donna incinta si trova nella casa o nella campagna dove vengono recitati, abortisce.2

Abortiscono anche le bestie, e perciò si bada bene di non servirsi dei berbos mentre l’animale si trova in tale stato.

Basta dire un berbu qualunque contro una donna incinta, cui si voglia male, per farla abortire, ma ci è anche una passalidàde (specie) di berbos appunto per ciò.

Ed un’altra qualità per fare, nientemeno, slacciare naturalmente le gonnelle delle donne e farcele cadere mentre sono tra la gente.

  1. Per i bruchi è utile lasciare che si sviluppino tutti, senza toccarne neppure uno. Quando giungono al maggiore sviluppo si recita contro d’essi i berbos e muoiono subito.
  2. A proposito di donne in istato interessante si crede che l’uva manipolata da loro faccia il vino cattivo, acido e corrotto.