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126 rivista di scienza

La questione importante è di sapere quale direttiva debba seguire chi vuol produrre della storia diligente e profonda, e non si può sperare di riuscire a ciò, affettando di spogliarsi da ogni tendenza personale, poichè sempre qualche tendenza resterebbe, a nostra insaputa; ma piuttosto, riconoscendo francamente l’elemento personale e cercando di definirlo, di metterlo in piena luce davanti a noi stessi, il che è impossibile quando di proposito vogliamo ignorarlo.

Dopo tutto, come per formare il mondo occorre ogni sorta di cose, per acquistare un’idea relativamente completa della storia del passato si richiedono le impressioni combinate delle più diverse personalità. Alcuni colgono i momenti drammatici, altri intuiscono certi tipi di caratteri; altri ancora sono particolarmente abili nel trarre un significato da notizie prive in apparenza di ogni valore. Lasciando campo libero alle doti personali è possibile conciliare le esigenze opposte della trattazione scientifica e di quella artistica della storia; nel ritrarre gli avvenimenti del passato c’è posto ugualmente per lo scienziato e per l’artista. Tutt’altra cosa è la storia «impersonale», che di proposito vuole essere incolore, che verosimilmente riesce confusa, e indubbiamente monotona.

Contro ogni tentativo, dunque, di sopprimere la personalità, io domando che essa abbia piena libertà di espansione, poichè soltanto così l’influenza sua, buona o cattiva, potrà essere valutata.