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presa sempre nuova quella di trovar ripetuta in opere anche recentissime ed autorevolissime di geologia e di fisica terrestre una fallacia così evidente, e di veder fondato su di essa tutto un edificio di teorie, generalmente accolte senza discussione.

Le classiche esperienze di Tresca sul flusso dei metalli, e le recenti determinazioni dei coefficienti di elasticità di molte rocce, compiute specialmente dai fisici giapponesi, hanno bensì dimostrato che tutti i materiali noti posseggono un certo grado di fluidità; alcuni metalli, come il rame, e molte rocce soggette a forze, di trazione o di torsione, anche non molto grandi si deformano progressivamente, come sostanze molli, ma fortemente vischiose. Questo dev’essere tanto più vero, quando il materiale è assoggettato a forze molto grandi, ed è a temperatura elevata; in queste condizioni rocce e metalli debbono comportarsi come liquidi molto vischiosi, e in tal caso si può parlare di una pressione idrostatica, cui si aggiungono però altre forze dipendenti dalla forte coesione delle particelle. La pressione opera su ogni elemento come una forza comprimente; ma le altre forze, che esprimono la vischiosità, possono operare in senso concorde alla pressione, comprimendo ancor più l’elemento, ma possono anche operare in senso contrario e anche prevalere su di essa, determinando una dilatazione. L’un caso o l’altro dipenderà dalla deformazione che ha subito l’elemento, e quindi dalle forze esterne e dal modo con cui il loro effetto si propaga entro la massa.

Ogni elemento della massa terrestre, anche a non grande profondità, dove il materiale si possa dire sicuramente allo stato solido, è soggetto a forze molteplici e variabili: all’attrazione degli altri elementi della massa, alla forza centrifuga della rotazione terrestre, alle mutevoli attrazioni celesti, specialmente del Sole e della Luna, alle tensioni elastiche provocate dalla nutazione dell’asse terrestre, alle pressioni dei materiali superficiali in continuo trasporto, alla pressione atmosferica, la cui distribuzione sulla superficie della terra è in continuo mutamento, in date condizioni anche a pressioni interne di gas sviluppati dai materiali più profondi ad alta temperatura; e chissà a quante altre da noi non prevedute.

In tanta complessità di cause come possiamo affermare, allo stato attuale delle nostre cognizioni, che ogni elemento della massa terrestre è assoggettato a pressione, e che questa necessariamente cresce colla profondità, anzi proporzional-