Pagina:Rivista di Scienza - Vol. I.djvu/296

Da Wikisource.
286 rivista di scienza

grafia, per le condizioni biologiche che collegano intimamente e sotto diversi aspetti la vita delle piante a quella degli animali. Non entro nei particolari vantaggi che derivarono alla geografia dagli studi fatti nel campo della fitogeografia: rimarcherò solamente come la cognizione della vita delle piante abbia condotto ad una distinzione netta fra steppa e deserto, cosicché diverse estensioni di terreno, considerate per l’addietro come deserti s’interpretano oggi più propriamente come steppe (p. es. Kalahari, ecc.).

Le ricerche del Wiesner sull’influenza della luce, se apportarono un valido appoggio ad interpretare giustamente la vita dei vegetali dal lato della loro distribuzione geografica, non si arrestarono però qui, ma entrarono nel campo della climatologia. Il fisiologo cercava dati idonei a spiegare i processi di nutrizione e di accrescimento, ma non trovando un appoggio sufficiente sulle leggi meteorologiche e climatologiche, si dispose a studiare per proprio conto l’azione della luce a seconda della sua diversa intensità. Prima e altrettanto necessaria cura fu quella di fissare il grado di intensità. A tale scopo vennero preparate delle cartine sensibili, le quali, per un’idonea esposizione all’azione diretta della luce, assumevano, a seconda dell’intensità di questa, entro un tempo determinato, una tinta caratteristica. Stabilita una gradazione di tinte diverse, si potè ottenere così un indice per la intensità della luce, col mezzo del quale il fisiologo sullodato e parecchi dei suoi scolari iniziarono delle osservazioni non solo nel centro dell’Europa, ma nelle regioni tropicali (isola di Giava), subtropicali (Cairo) e nordiche (Capo Nord), e nel parco Yellowstone. Da queste osservazioni scaturirono, oltre a leggi vantaggiose per la fisiologia delle piante, dati di grande importanza per la climatologia, cosicché si può parlare a buona ragione ormai di un «fotoclima». Una riprova dell’esattezza di questi risultati la si ha nel fatto che le ricerche fotochimiche, praticate a diverse elevazioni sul mare, hanno fornito gli stessi risultati ai quali erano giunti Bunsen e Roscoe studiando la depressione di intensità della luce diurna diffusa, a diverse altezze e durante ore differenti. Trovandosi il Wiesner il 30 agosto 1905 a Friesach in Carinzia, egli segui le fasi dell’eclissi solare parziale e mercè il metodo da lui ideato arrivò alle stesse conclusioni che erano state ottenute, in altra circostanza, da