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la scuola classica inglese 315

cadono sotto la sua osservazione immediata, sono i più salienti per tale studio. Essi bastano almeno per cominciare. Se poi egli potrà aumentare le sue cognizioni con ricerche statistiche, con indagini storiche ed altri mezzi di osservazione indiretta, tanto meglio: ma se egli credesse di potersi fidare totalmente o in gran parte di questi documenti o di queste fonti, sarebbe degno di riso, quanto un intelligente corpuscolo che s’immaginasse di poter far a meno della sua propria esperienza giornaliera per trarre le sue cognizioni d’anatomia principalmente da fonti indirette.

D’altronde — giova dirlo — una dipendenza così assoluta dalle indagini statistiche e storiche è sostenuta solamente dagli avversari più esagerati ed accesi del metodo classico inglese.

La vera questione si aggira intorno al punto di partenza e alla misura nell’uso delle diverse fonti. È meglio cominciare dalla considerazione dell’analisi dei fatti molteplici e confusi della nostra esperienza comune, quei fatti che ci stanno più vicini, che ci sono più famigliari: o è preferibile cominciare coll’investigare le esperienze del remoto passato nelle fonti cui possiamo attingere, con lo scopo di tracciare in modo ordinato lo sviluppo delle istituzioni esistenti? Ancora, nei nostri tentativi per determinare anticipatamente se una certa politica di governo sarà o no vantaggiosa (rammentiamoci che gli scrittori della scuola classica inglese pensavano sempre a problemi di questo genere), possiamo basarci sicuramente su tali riflessioni ed analisi, o dobbiamo dipendere per la massima parte dai risultati delle indagini statistiche e storiche?

La risposta alla prima di queste domande è evidente, quando consideriamo che tali riflessioni e tali analisi della esperienza contemporanea sono assolutamente essenziali per poter comprendere in qualunque modo il passato. Anche nel caso più favorevole, le informazioni riguardo al passato sono solamente frammentarie, e lo storico deve per forza interpretarle al lume della propria conoscenza della vita, acquistata con la propria osservazione ed esperienza. Senza questa interpretazione, non gli sarebbe possibile scrivere altro che una arida cronologia; e nessuno storico infatti fece mai altro che della cronologia sino a che non interpretò i dati e i documenti storici al lume della conoscenza della causalità sociale ed economica acquisita con l’esperienza contemporanea.