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cominciò a occupare la mente dell’uomo fin dai primordi della sua attività. Ma soltanto in un’epoca molto vicina a noi questo concetto si andò determinando.

Che infatti il concetto intuitivo di specie non sia molto preciso, si rileva dall’imprecisione con cui esso viene espresso nel linguaggio volgare. Noi usiamo le parole specie, genere, razza, famiglia, varietà a volta a volta per indicare gruppi di animali o di piante costituiti d’individui più o meno simili fra di loro; diciamo spesso indifferentemente: una specie di mele, una razza di cani, la razza dei topi: diciamo il cane e il gatto sono specie diverse, come diciamo il cavallo, l’asino e il mulo sono tre specie diverse; diciamo una rosa, un cane, un topo, come se questi nomi indicassero qualche cosa di ben definito, includendovi tutte le rose, tutt’i cani, tutt’i topi possibili, senza troppo indagare se questi nomi si riferiscano a categorie equivalenti. È facile convincersi che nel linguaggio comune noi usiamo nomi e quindi esprimiamo concetti riferentisi a categorie tanto più estese, a complessi di oggetti tanto più eterogeneamente composti quanto meno precisa e intima è la nostra conoscenza degli oggetti stessi.

Non di rado si sente parlare di «pesci» per indicare e i pesci e anche molti altri animali che coi pesci non hanno altro in comune se non la loro dimora nell’acqua. Insetto, verme, sono parole che si usano a proposito e a sproposito per indicare una quantità di animali, che spesso non sono nè insetti nè vermi in linguaggio zoologico. Ciò dipende dal fatto che noi distinguiamo meglio le cose a misura che più le conosciamo, e siamo più facilmente colpiti dalle differenze più grossolane che dalle minute: non solo, ma spesso non abbiamo modo di accorgerci facilmente di certe differenze o di certe somiglianze. Tutti sanno p. es., che l’acqua congelandosi diventa ghiaccio e che il ghiaccio fondendosi diventa acqua, e che ghiaccio e acqua sono una medesima sostanza in due stati diversi; ma pochi si domandano dove vada il vapor d’acqua d’una caldaia che bolle e d’onde venga il vapor d’acqua che si condensa sulle pareti d’un vaso in cui si versi acqua fredda. Ciò dipende dal fatto che noi vediamo il ghiaccio fondersi e l’acqua congelarsi, ma non vediamo il vapore acqueo nell’aria.

Tutti conoscono e riconoscono facilmente una farfalla, ma pochi sanno che i bruchi diventano farfalle, e tutti gli altri, che non sanno questo, chiamano i bruchi «vermi» e non