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la dinamica della divisione cellulare mitotica 135


panciuta del fuso dopo l’allontanamento dei centrosomi, come per es. nell’endosperma di Caltha. L’inanità dei tentativi di spiegare tutti i complessi fenomeni della divisione cellulare mediante una sola forza è adesso ovvia.

Passiamo ora al comportamento dei cromosomi, che è il risultato diretto del campo di forze bipolare. Allorchè la membrana nucleare scompare, i cromosomi, già fessi per il lungo passano all’equatore del fuso, e si dispongono nel piano equatoriale del fuso stesso, allontanandosi fra di loro verso l’esterno per quanto è possibile compatibilmente con la loro permanenza in contatto con le fibre del fuso (Fig. 1, F). Ogni fisico sa che un induttore posto in un campo magnetico od elettrico tenderà a passare nella regione di massima intensità, quale sarebbe appunto l’equatore del fuso. Conosciamo anche il fatto che gl’induttori si respingono l’un l’altro lateralmente, e così fanno i cromosomi. Questi possono per conseguenza essere considerati come induttori flessibili relativamente spessi. Per un certo tempo questa ripulsione li tiene largamente sparsi nel piano equatoriale; ma la loro posizione è eminentemente quella di equilibrio instabile; ed una piccolissima spinta (sufficiente però a vincere la vischiosità del mezzo) li determinerà a muoversi verso uno o l’altro dei poli. Poichè come cresce l’intensità del campo, la ripulsione mutua esercitata fra le due metà fesse dei cromosomi determina la rottura definitiva della striscia plasmatica longitudinale che riunisce le due metà; e le due metà sorelle staccandosi l’una dall’altra in seguito a questa brusca rottura si allontanano, si dirigono ai poli opposti, scivolando lungo un filamento del fuso fino a raggiungere il centrosoma più vicino. Allorchè questi centrosomi figli sono lunghi e sottili accade un curioso cambiamento di forma: essi spesso si staccano sotto forma di un J con l’uncino rivolto esternamente e con la gamba giacente lungo la fibra del fuso che serve di guida. Se non che la gamba viene a piegarsi all’indietro verso l’equatore, diventando convessa verso il polo a cui il cromosomo è diretto, nel mentre che l’uncino si raddrizza, così che il centrosomo viene ad assumere la forma di un U o di V con la pancia o col vertice rivolto nella direzione del movimento. Tale è il comportamento che un fisico si attenderebbe da un corpo flessibile allungato che si muove in un mezzo vischioso sotto la