Vai al contenuto

Pagina:Rivista di Scienza - Vol. II.djvu/289

Da Wikisource.

chimica e biologia 281


i fermenti, gli ordegni che la sostanza vivente si fabbrica per servirsene pei suoi bisogni analitici e sintetici.

Ma la sostanza vivente propriamente detta, quella che con opportune selezioni ed elaborazioni assume i materiali nutritivi, che poi utilizza, quella che fabbrica gli strumenti catalitici di cui abbiamo fatto parola, quella che, riproducendosi, così gelosamente conserva i caratteri ereditati e pure con tanta facilità si adatta alle necessità del momento, modificando il suo metabolismo e conducendolo a plasmare materiali diversi e a fabbricarsi, in circostanze nuove e imprevedibili, congegni nuovi quali mai prima essa aveva fatto, e provocando tutti quegli adattamenti individuali che ci è appena lecito di intuire in minima parte, questa proteiforme vivificatrice, questa trasformatrice di energie e costruttrice di forme che cosa è essa, di che cosa è fatta? Con quali mezzi potremo noi isolarla ed analizzarla?

È necessario poi di aver presente che le manifestazioni della vita dipendono non soltanto da una determinata compagine chimica, bensì anche da una particolare struttura morfologica e che l’una e l’altra sono così intimamente immedesimate che l’estrazione di composti chimici implica quasi sempre la distruzione completa della materia organizzata.

Nell’articolo sopra citato, Giacomo Ciamician ha riferito cose molto interessanti intorno alle somiglianze chimiche fra emoglobina e clorofilla, e come la presenza in questi catalizzatori del ferro e del magnesio rispettivamente possa dar ragione delle loro opposte funzioni, ossidanti per quella e riducenti per questa. Ma l’emoglobina, nei vertebrati almeno, fa parte integrante dei corpuscoli rossi del sangue, cellule differenziate in modo da costituire artifici geometrici che distendono la sostanza pigmentare sopra una enorme superficie e quindi rendono più facile ed efficace la sua azione di trasportatrice di ossigeno, mentre poi lo stesso elemento morfologico e la stessa emoglobina contribuiscono ad altri ricambi materiali.

Noi possiamo per mezzo di speciali solventi estrarre l’emoglobina dal corpuscolo e distinguiamo col nome di stroma quel che rimane dell’elemento morfologico così distrutto. Ma non per questo siamo autorizzati ad affermare che il corpuscolo rosso è formato di stroma e di emoglobina, quasi che questa fosse contenuta in quello, mentre nella realtà non