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chimica e biologia 283


O non vedremo nelle varie strutture che gli effetti di tensioni superficiali diverse o di forze molecolari consimili?

E quando ciò fosse, ed è permesso di dubitarne, come possiamo noi oggi accordare tanta fede nella capacità avvenire della chimica per la soluzione di così gravi problemi, essa che è ancora tanto empirica e perciò quasi altrettanto intuitiva quanto la Biologia, essa che non appena i fatti si complicano si trova «bei den geheimnisvollen Verhältnissen wo nur der wundervolle Instinkt des Chemikers den Weg zu finden weiss?1

Può darsi che queste mie parole siano tacciate di soverchio criticismo e che io sia accusato di obliare che ciò che importa, nella scienza come nel resto della vita, si è di agire, mentre la speculazione critica può essere una superfluità non sempre vantaggiosa. Certo non è nelle mie intenzioni di disconoscere la grandissima importanza delle ricerche chimiche e di Chimica fisica per la Biologia. Sarebbe assurdo e in contraddizione con quanto si cerca di fare nel mio laboratorio. Ho voluto soltanto stabilire i limiti di applicabilità dei così detti fatti scientifici alla rappresentazione dei fenomeni vitali, per quanto riguarda la Chimica fisiologica, e significare come spesso questi fatti siano soltanto il prodotto di artifici tecnici; i quali sono quanto di meglio, pel momento almeno, noi possiamo fare, ed i progressi della Fisiologia lo dimostrano, purchè però, amo ripeterlo, essi siano di tanto in tanto interpretati da una critica severa ed imparziale; e ciò per impedire che la scienza diventi inconsapevolmente la vittima delle sue locuzioni e dei suoi stessi mezzi di indagine.

Debbo fare un’altra considerazione prima di finire: si troverà da molti che le mie osservazioni sono per la maggior parte inspirate dal più deplorevole finalismo e che perciò io pecco di eresia verso quei dogmi di certa scienza esclusiva che non considera il teleologismo come una dottrina scientifica e ciò perchè si può sostenere, ma con notevoli restrizioni, che la fisica e la chimica non hanno bisogno di essere finaliste. Dovremo perciò escludere ogni affermazione teleologica anche dalla Biologia? È proprio necessario di essere così rigorosamente unilaterali e di proclamare che non vi è

  1. J. B. van’t Hoff - Vorlesungen über theoretische und physikalische Chemie. Braunschweig, 1900, III Heft, S. 136.