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Pagina:Rivista di Scienza - Vol. II.djvu/293

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chimica e biologia 285


che forse neppure lontanamente supponiamo, e che non ci hanno mai colpito anche perchè fra esse e noi abbiamo sempre interposto, come schermi opachi ed ingombranti, le nostre prevenzioni semplicistiche, le nostre imposizioni unificatrici.

Il mio illustre e caro amico, Giacomo Ciamician, nell’articolo sovra citato, vuole per un istante mettersi in compagnia di quella curiosa e strana figura di sofista e di alchimista che Goethe ha immortalato nella sua tragedia sublime:


«Was man an der Natur Geheimnissvolles pries
Das wagen wir verständig zu probieren,
Und was Sie sonst organisch liess,
Das lassen wir krystallisieren,


dice Wagner il famulus di Faust; e chi può sapere se non si potrà arrivare fino all’homunculus?» si chiede il chiarissimo chimico di Bologna.

A questa domanda lascio che l’homunculus stesso risponda:


        Das ist die Eigenschaft der Dinge:
        Naturlichem genügt das Weltall kaum;
        Was künstlich ist, verlangt geschlossnen Raum.


Firenze, Istituto di Studi Superiori.