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le basi della cristallografia 45

siano assolutamente indispensabili, cercheranno di ricorrere ad ipotesi direttamente controllabili intorno alle forze cristallogenetiche.

In questo capitolo noi partiremo da quest’ultimo punto di vista, il quale è bensì più sicuro, ma ha lo svantaggio di non entrare nella importante questione della costituzione della materia. Nel capitolo successivo daremo uno sguardo riassuntivo ai risultati ottenuti dalla cristallografia nella ricerca del come la materia cristallina si venga edificando dalle sue particelle.

Le proprietà fondamentali che si manifestano nelle forze cristallogenetiche si possono riassumere in due principi: il principio della costanza degli angoli e la legge delle zone. Il primo di questi due principi dice quanto Segue: Se si immagina che in un poliedro cristallino si effettuino spostamenti paralleli delle faccie in un modo qualsiasi, il poliedro così modificato può pure presentarsi come il primitivo nei cristalli di una stessa sostanza. Un caso speciale di questo principio consiste in ciò che per ogni faccia di un cristallo può intervenire anche la corrispondente faccia parallela all’altra estremità del cristallo. Così p. es. in una sostanza che ama cristallizzare, in tetraedri possono talvolta trovarsi anche ottaedri come combinazioni di due tetraedri. Questo principio può anche essere espresso così che ciò che è sostanziale e costante in un poliedro cristallino sono gli angoli fra le faccie e fra gli spigoli.

Considereremo ora la seconda legge, quella delle zone, anzitutto pel caso speciale del tetraedro; mentre la legge precedente diceva che sostanze che cristallizzano in tetraedri possono anche assumere la forma dell'ottaedro, questa fa prevedere che esse possono anche cristallizzare in cubi. La relazione fra cubo e tetraedro si spiega nel seguente modo dalle proprietà di accrescimento. Teniamo presente uno spigolo del tetraedro (p. es. 1 nella fig. 4); questo viene «smussato» da una faccia del cubo, cioè invece di questo spigolo si forma una faccia parallela ad essa la quale a causa di questo parallelismo, taglia le due faccio vicine del tetraedro in due spigoli paralleli fra loro e paralleli pure allo spigolo 1 smussato. Vi sono infinite posizioni di faccie che possono smussare lo spigolo 1 e si designa il loro insieme come la zona corrispondente a detto spigolo; specialmente la faccia del cubo smussa