Pagina:Rivista di cavalleria (Volume I, 1898).djvu/109

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nella nebbia 109

turchi (cosi fu detto), non tutti eroi, no, ma pure in gran parte prodi, fanaticamente battaglieri, se pure non tenacissimi, coi suoi 40.000, e forse anche meno, perchè sapeva di avere ottime truppe, benissimo comandate, pienissime di fiducia in se stesse, nei loro condottieri, e sopra tutto in lui, e se le sentiva bene in pugno, e quei nemici egli con quelle sue truppe li aveva sempre vinti. Erano in sostanza per grandissima parte gli stessi che egli aveva sconfitti e fugati a Petervaradino il 5 agosto 1716.

La cosa fu condotta colla massima segretezza perchè il nemico vicino non ne avesse il minimo sentore. Le truppe erano tenute sempre pronte a muovere; gli ordini furono dati soltanto nell'ultimo momento, nella notte del 15 al 16. Il Principe fece venire dal corpo d’assedio a rafforzare quello che doveva dar battaglia tutte le truppe che non erano assolutamente indispensabili per opporsi ad una quasi certa sortita del grosso presidio di Belgrado (che non avvenne). I traini erano stati già mandati oltre il Danubio. Fu provveduto per la sicurezza dei due ponti.


Nel concetto del Principe l’attacco doveva da principio essere frontale, parallelamente al lato meridionale della circonvallazione. Perciò le truppe dell’ala sinistra, collocate dietro il lato orientale della circonvallazione, dopo che fossero uscite dal trinceramento, dovevano volgersi a destra e venire a mettersi in linea con quelle dell’ala destra, che si sarebbero spiegate dinanzi al fosso di quella parte del trinceramento dietro cui stavano accampate. Perciò quelle prime dovevano uscire all’aperto assai prima delle altre. Il movimento doveva cominciare dalla cavalleria delle due ali, che aveva più terreno libero davanti mentre la fanteria al centro, e specialmente quella dell’ala destra, avrebbe trovato quasi subito dinanzi a se gli approcci del nemico.1

  1. Bisogna poi sapere che il Principe non aveva più nella sua fanteria quella gran fiducia che conservava per la cavalleria, perchè l'anno innanzi, a Petervaradino aveva avuto motivo di essere altrettanto scontento del contegno della prima quanto contento di quello della seconda, contro quegli stessi Turchi. Ora, qui, a Belgrado, la fanteria seppe riacquistare la piena stima d’Eugenio e dette il tracollo alla bilancia della vittoria.