Pagina:Rivista di cavalleria (Volume I, 1898).djvu/143

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l’iniziativa e l’autonomia degli squadroni 143


Non abbiamo creduto di riportare dettagliatamente quest’importante articolo là dove giustamente disapprova le istruzioni speciali e la costituzione degli antiquati riparti di allievi caporali, fanfare ecc., tutta roba che si direbbe fatta a posta per turbare il logico andamento degli squadroni e la loro efficace preparazione alla guerra1. Non l’abbiamo fatto perchè a ben pochi ufficiali dell’arma sarà sfuggito l’articolo citato, ed anche perchè le son cose che se nel 1893 potevano parere previsioni pessimiste, oggi son divenute di tale palmare evidenza che sol chi non vive oggi negli squadroni e giudica alla stregua di parecchi anni fa può essere tanto miope da non vedere. Oggi colla effettuata riduzione della ferma a tre anni, col non insensibile contingente con ferma di due anni, coi congedi anticipati e gli arruolamenti volontarii ad epoche indeterminate, coll’andirivieni incessante dei militari e il codazzo di ritardatarii è necessario, è vitale, è indispensabile, è condizione sine qua non che il capitano abbia tutti gli ufficiali, tutti i graduati, tutti gli uomini, tutti i cavalli, e tutte le ore a sua completa disposizione. Bisogna persuadersi che non siamo più ai tempi delle ferme di otto o cinque anni; e che se allora potevano ripetersi le istruzioni per modo che ciascuno a turno vi assistesse, oggi ogni quarto d’ora perduto è perduto irreparabilmente.

Ma se non ci siamo più minutamente soffermati sull’articolo del generale Majnoni, è stato anche per conservare il posto ad alcune considerazioni morali di un peso niente affatto minore a quello delle ragioni d’indole militare già esposte.

Solo non resistiamo al godimento di riaccarezzarci l’orecchio con alcune sue frasi relative a certe cose, che formano anche oggidì la delizia e l’orgoglio ed occupano la laboriosa esistenza di troppi ufficiali vecchi e, pur troppo, anche giovani.

«Le riprese a guisa di carosello, i volteggi straordinarii, le

  1. Il generale Majnoni propugna l’abolizione di tutto ciò che non sia assolutamente necessario. Così nella Rivista Militare del marzo 1892 pubblica un altro notevole articolo sulle Scuole dei Corpi, dimostrandone l’inutilità.