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150 rivista di cavalleria

cavalieri in ragione inversa della rispettiva istruzione, lasciando che se la completino a vicenda, e non come ora che agli ottimi si danno i cavalli addestrati ed ai mediocri i restii; egli potrebbe fruire in maggior misura delle cavallerizze e sale di ginnastica; egli potrebbe pretendere che in tutte le chiamate ogni uomo prendesse posto nel proprio plotone e quasi nella riga assegnatagli, sempre; egli istruirebbe i graduati secondo le proprie viste, disporrebbe di singolari premi quali le promozioni, le gratificazioni e le licenze; egli, in possesso di tutta la sua forza, sarebbe fiero e desideroso di assumerne sempre il comando mentre ora, sfiduciato e depresso, sdegna perfin di assistere ad istruzioni frammentarie od inutili1.

Lo squadrone istruito, amministrato e comandato con criterio uniforme e costante sarebbe una cosa sola col suo capo, al quale potrebbesi soltanto allora accollare tutta intiera la responsabilità, e sul quale soltanto allora si potrebbe dare un illuminato giudizio.

Coi sistemi attuali invece, un po’ per l’imperfezione del regolamento, un po’ per le indebite intromissioni degli ufiiciali superiori nelle attribuzioni dei comandanti di squadrone, un po’ per la smania accentratrice ch’è nell’aria, si hanno risultati che — tranne forse in apparenza — nulla hanno di edificante. Ed invece del sentimento dell’iniziativa, cui platonicamente inneggia il

  1. Ancora oggi che è prescritto le istruzioni facciansi per squadrone, ancora oggi si usa ammucchiare, nell’ora istessa, tutti gli squadroni in anguste piazze d’armi, ove ciascuno ha assegnata la sua fetta. Talune istruzioni, salti di ostacoli, corsa alle teste, sviluppo del galoppo ecc. son fatte per turno sotto gli occhi degli ufficiali superiori che, obbligati ad intervenirvi, debbono pur darsi un contegno, e più che spettatori, diventano essi stessi istruttori sostituendosi ai capitani; o supponendosi ispettori pretendono la perfezione fin dal primo giorno. Il capitano spesso ha appena finito una spiegazione od iniziato un movimento, che una staffetta od un segnale del comando accentratore gli rammenta il suo turno agli ostacoli od altrove. Il clangor delle trombe, l’incrociarsi dei comandi, il galoppare di aiutanti maggiori, medici, veterinari, furieri maggiori ecc; le distrazioni e le interruzioni di ogni genere, la nervosità generale fanno sì che la piazza d’armi sia la più antipatica ed uggiosa delle corvées.