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236 rivista di cavalleria


Così pure non nego che su di una piazza d’armi possa fare un bell’effetto il vedere avvenire l’urto con due righe ben distinte, ma non credo sia questo che si debba cercare di ottenere in pratica; anzitutto inquantochè onde la seconda riga possa portare il suo concorso, sia nell’urto, sia nella compattezza, e non vada ad urtare nella riga che sta dinanzi anzichè contro il nemico, non dovrà rimanersene indietro, ma si dovrà compenetrare nella prima, disponendosi al momenti della carica in corrispondenza dei vuoti, fra fila e fila; tanto più che ciò è anche necessario onde i cavalieri di 2a riga non siano travolti nelle cadute dei cavalli antistanti o facciano sovrapposte ai medesimi.

Confesso poi francamente e l’ho ripetuto in vari miei scritti, io non ho nessuna fiducia negli attuali esploratori del terreno; perchè, se si tratta di agire contro cavalleria, se vi saranno ostacoli insuperabili, essi lo saranno tanto per l’una quanto per l’avversaria; e se potranno superarsi, i comandanti stessi che cavalcano davanti e fanno da guida, tracciano loro, l’entità e la natura dell’ostacolo che si para dinanzi. Se si deve poi operare contro fanteria: in terreno scoperto e sotta il fuoco nemico, sarà difficile il farli avanzare da soli; ed in terreno coperto non servirebbero che a smascherare l’avanzarsi della cavalleria, la quale in oggi deve contare molto sulla sorpresa, per avere speranza di successo nei suoi attacchi. In tutti i casi a nulla avrebbero servito se all’ultimo momento s’incontrasse un intoppo che impedisse di procedere.

A mio modo di vedere l’esplorazione del terreno dev’essere effettuata, sempre che sia possibile, di nascosto, in precedenza, dallo stesso comandante o per lo meno da ufficiali arditi ed intelligenti, che sappiano, col concorso pure della carta, bene apprezzare la natura del terreno che sta dinanzi.

Il comandante di una cavalleria se vuole poter approfittare di tutte le circostanze favorevoli non deve attaccarsi al suo reparto come ostrica adesa in sullo scoglio; ma a tempa e luogo, dando semplici e brevi direttive a colui che deve sostituirlo, in ordine a date eventualità o per l’avanzata in una