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84 rivista di cavalleria


Siamo franchi: quanti sono i reggimenti che nella istruzione individuale e in quella delle masse seguono questi dettami?».

E noi rispondiamo: Pressochè tutti. E se vi sono dei capi reparti che ciò non fanno, sono eccezioni e vengono biasimati.

Così ci pronunciamo de visu.

Proseguendo egli lamenta che i graduati e i cavalieri scelti non vengano esercitati nei papers-hunts e nelle corse, secondo quanto è stabilito ed aggiunge:

«Come ubbidire a questa disposizione quando in nessuna guarnigione si è provveduto un terreno propizio ad eseguirle?».

Osserviamo anzi tutto che in massima per i papers hunts il terreno non si prepara ma si percorre qual’è, solo vi si aggiungono, in alcuni casi, degli ostacoli.

Quanto alle corse, in tutte le città sedi di guarnigione di cavalleria si fecero quest’anno le obbligatorie e si trovò il terreno sia servendosi dei turfs locali, sia aggiustando convenientemente la piazza d’armi, sia scegliendo tratti di campagna a maggiore o minore distanza dalla guarnigione.

E ciò in base alle tassative disposizioni del Regolamento per le corse militari che così si esprime: «ove non si prestino le piazze d’armi perchè soverchiamente dure o ristrette, dovranno essere scelte per cura dei reggimenti località adatte, allontanandosi dal presidio quanto è necessario. Un terreno alquanto variato si ritiene anzi più rispondente allo scopo. La natura di esso dovrà però sempre essere tale da non sottoporre ad inutile sciupio le estremità dei cavalli senza alcuna utilità per parte dei cavalieri».

«Sono quindi autorizzate le spese indispensabili per l’adattamento e per il rifacimento dei danni, oltre a quelle occorrenti per il collocamento degli ostacoli». (N. 23 e 24 del Regolamento per le corse).

Queste prescrizioni chiare ed esplicite, vennero, per quanto ci consta, dai comandanti di reggimento e di brigata, osservate.

L’A. prosegue poi notando che se il Regolamento venisse da tutti osservato, si toccherebbe con mano che a sua volta non è perfetto e ne verrebbe il bisogno di correggerlo.

Infatti, egli dice, se tutti provassero ad allenare un reparto con mezz’ora di trotto, seguito da due chilometri di galoppo, si vedrebbe che bisogna: o aumentare la biada o diminuire tale pretesa.

Ma ci si permetta di osservare che le norme regolamentari non vogliono già che si eseguisca l’allenamento con mezz’ora di trotto, seguito da due chilometri di galoppo, bensì propongono si raggiunga tale desideratum ad allenamento compiuto, il che è ben differente.

Abbiamo infatti il Regolamento d’esercizi che al N. 242, Vol. 1°, dice: «Si sarà ottenuto un risultato soddisfacente quando i cavalli ad allenamento compiuto conservino il vigore necessario per la carica dopo un percorso di 2000 metri almeno al galoppo, preceduto da una trottata di circa mezz’ora». Come si vede tali dati sono anche approssimativi.