Pagina:Rivista di cavalleria (Volume IX, 1902).djvu/160

Da Wikisource.
153 sul nuovo regolamento d’equitazione


Intorno a questi particolari di cui ho parlato, avendo essi una importanza non lieve specialmente in ciò che concerne l’istruzione del soldato, mi sia permesso fare qualche considerazione, troppo fortunato se nel regolamento definitivo apparirà un accenno ad una modificazione in proposito.

Io ritengo in linea generale che fin da principio, e specialmente in principio, coi nostri soldati si debba mirare a rendere tutto facile e semplice ed a togliere dall’istruzione ogni cosa che non sia indispensabile e che non miri ad ottenere direttamente lo scopo che ci prefiggiamo. Ciò posto, io farei una prima osservazione riguardo ai comandi di maneggio; essi sono a mio parere troppo complicati, di nessuna utilità pratica ed inoltre troppo diversi da quelli di piazza d’armi e dell’istruzione all’aperto. Fin dai primi giorni il soldato deve figgersi in mente una serie di parole nuove che richiedono un certo sforzo per essere ricordate.

Quando una recluta sente ad esempio il comando «tagliate» od altro, essa fa nella testa un lavoro che intralcia visibilmente la mano non ancora sicura nel guidare il cavallo. Finito il periodo dell’istruzione in maneggio, il soldato non sente più quei tali comandi, si abitua ai nuovi, e dimentica, o quasi, i vecchi. Così nell’autunno, ritornando in maneggio, subirà la stessa preoccupazione e la stessa difficoltà che aveva da recluta; si è per tal modo costretti a sprecare gran parte di tempo dedicandolo ad esercizi di memoria invece che alla vera e propria equitazione.

Ora l’istruzione a base individuale, che ha il posto d’onore nel nuovo regolamento, diminuisce l’uso di questi comandi e ne sopprime taluni.

In quanto a quelli rimasti, a me sembra che senza molta fatica si possano semplificare e rendere, se non uguali, almeno simili a quelli per l’istruzione all’aperto. Vediamo ad esempio: il tagliate ed il cambiamento trasversale sono molto spesso causa d’imbarazzo per il soldato, il quale arrivando sulla nuova pesta, non è sempre sicuro della parte dalla quale deve girare, e perciò eseguirà con le redini azioni incomplete e