Pagina:Rivista di cavalleria (Volume IX, 1902).djvu/18

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la marcia di garibaldi da roma a s. marino 13

valleria non seppe scoprire, persuaso di non poter in alcun modo raggiungerlo, pensò di opporsi se non altro al suo ritorno su Roma e fece occupare al cader della sera anche Marino ed Albano.

Dal suo canto, lo spagnuolo Don Fernandez de Cordova, messo in allarme dalla notizia ricevuta a mezzogiorno del 3, marciò immediatamente da Velletri a Valmontone, sperando di prendere alle spalle Garibaldi, che supponeva diretto ad assalire i borbonici. Il generale Nunziante alla sua volta, informato il 3 a notte della mossa di Garibaldi e delle intenzioni attribuitegli, chiamò a sè da Veroli le truppe del Lanza e quali le forze così riunite, 11 battaglioni, 8 squadroni e 14 pezzi, non bastassero insieme a quelle degli Spagnuoli a guarentirlo, si ritirò dietro il Liri a Ceprano, il 4 luglio.

Intanto Garibaldi, dopo aver lasciato riposare le sue truppe sino alle 18, ripartiva da Tivoli, rimontando il corso dell’Aniene, e accreditando la voce che per Arsoli e Tagliacozzo mirasse a passare negli Abruzzi. Precedeva la colonna, a 4 chilometri, una pattuglia di cavalli; altra si era spinta sul fianco destro a Zagarolo e mentre la fanteria marciava, tutti i dragoni si trattenevano a Tivoli sino al tramonto. La formazione del grosso rimase, pel resto, come quella della notte antecedente.

Dopo un’ora e mezza circa di cammino la cavalleria raggiunse la colonna, ed allora Garibaldi ammassatosi in un campo si stette allo addiaccio sino al mattino seguente, proteggendosi con due imboscate collocate dalla avanguardia verso Arsoli e dalla retroguardia verso Tivoli, ad 800 metri dal grosso. Alle 4 ant. del 4 luglio la colonna ricominciò il movimento e dopo breve tratto giunta a Casale Ottati, Garibaldi la fece volgere per la pessima carrareccia che sale a San Polo dei Cavalieri, seco traendo con grande sforzo il carreggio.

Mentre la faticosa salita (300 metri circa di dislivello) veniva superata penosamente, il Generale con un piccolo drappello di lancieri, discendeva sull’altro versante del monte al pianoro di Santa Maria, indi galoppava a Montecchio per scrutare di lassù verso Roma.

Ritornato alle sue truppe, che nel frattempo si erano rac-