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La marcia di Garibaldi da Roma a S. Marino

(dal 2 al 31 luglio 1849)1




Lo studiare le gesta, ed esaltare le belle
imprese di uomini siffatti, ci pare il
compimento di uno elevato dovere.
G. Gandolfi. Garibaldi Generale.


Garibaldi contava tra le sue meravigliose doti militari anche quelle di uno esperto comandante di cavalleria e tale si dimostrò nel 1849, durante l’audace marcia di 550 chilometri, compiuta da Roma a San Marino, sfuggendo con poche forze alle strette colonne francesi, spagnole, borboniche, toscane ed austriache, collegate ai suoi danni.

Questa luminosa impresa fu da Garibaldi condotta a termine mercè l’intuizione, il colpo d’occhio, la risolutezza in lui naturali, ma soprattutto in grazie della perfetta conoscenza delle forze, intenzioni e movimenti degli avversari, che giornalmente si procurava col geniale impiego della sua cavalleria. L’esame quindi della portentosa marcia da lui compiuta non può che riuscire profittevole agli ufficiali di quest’arma in ispecie, ed a tutti gli altri camerati in genere, che si troveranno a condurre in guerra distaccamenti, partiti e simili, in paese avverso e tra colonne nemiche.

  1. Le operazioni e le notizie che fanno seguito furono desunte dalle opere di Belluzzi, Hoffstetter, Guerzoni, Ferrario, Franciosi, Ruggeri, Torre, ecc. intorno all’argomento e dalle relazioni francesi e austriache della spedizione delle rispettive truppe nell’Italia Centrale nel 1849.