Pagina:Rivista di cavalleria (Volume VII, 1901).djvu/164

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per l'equitazione di campagna 159


Quando s’è ottenuto che i cavalli lavorino tranquilli, guardando il terreno dove mettono i piedi, e che i cavalieri non li contrarino, è venuto il momento di fare con buon successo qualche piccolo passaggio. Qualche cosa si potrà fare anche prima, se ciò si stimi utile per infondere un po’ di coraggio e di risolutezza e per togliere l’apprensione nei cavalieri; bisogna però sempre fare in modo di evitare gli inconvenienti, i quali ottengono uno scopo contrario.

Nel far eseguire i passaggi si dovrà osservare, come in tutto, una razionale progressione, ed esigere che il cavallo li compia tranquillo e col minor spreco di forze possibili, tanto perchè si possa conservare per una fatica imprevista, quanto perchè non prenda avversione al lavoro. Perciò il cavaliere procurerà che il cavallo guardi ed osservi bene ciò che deve fare, e quando il cavallo fa, non lo dovrà disturbare nè infastidire. Indipendentemente dagli ostacoli che debbonsi saltare, e di cui dirò in un capitolo a parte, possono incontrarsi in campagna fossi, dislivelli di terreno, discese, salite, tratti e sentieri difficili ove è necessario che il cavallo osservi dove mette i piedi. Quando queste difficoltà siano di poco conto, e tali da poterlo permettere, è utile che il cavaliere sia istruito a superarle alle diverse andature.

In nessun caso prima di fare un passaggio, devesi allarmare il cavallo col prenderlo troppo in mano e coll’aiutarlo senza bisogno, altrimenti si otterrà di far rifiutare o precipitare il cavallo e gli si impedirà sovente di osservare. Il cavallo dovrà invece procedere risoluto, sempre con uguale appoggio e senza aumentare o diminuire la cadenza o l'andatura.

Le ripide discese saranno affrontate al passo, e sempre direttamente. Giunto in prossimità di essa il cavallo distende il collo ed abbassa la testa verso terra per meglio osservare, ed anche per permettere alle posteriori di portarsi molto sotto al centro di gravità. Se il cavallo è contrariato in questo movimento, quasi sempre, o si rifiuta, o vi si butta furioso. È dunque essenziale che il cavaliere lo lasci fare ed accompagni passivamente il movimento dì estensione della testa e del collo col portare